mercoledì 16 febbraio 2011

Fazio vuole le Web-farmacie. Federfarma: "Prima la ricetta online"


Il ministro della Salute: "L'Italia porti davanti alla Ue una soluzione condivisa anche dagli addetti ai lavori". Ma l'associazione frena: "Prima lavorare sulle prescrizioni mediche digitali"
Aumentano in Italia i rischi connessi alla distribuzione farmaceutica nonostante la rete del nostro Paese venga considerata una delle più sicure. Contribuisce a questo incremento soprattutto il web: in media, dei farmaci commercializzati online, uno su due è contraffatto. Questo l’argomento principale affrontato nel corso del Convegno “Contraffazione ed e-commerce farmaceutico” tenutosi questa mattina al Senato e promosso dall’Associazione parlamentare per la tutela e prevenzione del diritto alla prevenzioni.

“Il nostro Paese – ha sottolineato il ministro della Salute Fazio – è quello che più tempestivamente ha affrontato il problema della contraffazione dei medicinali e quello che più velocemente lo ha risolto: oggi solo lo 0,1 % dei farmaci che circola in Italia sfugge ai canali legali di vendita. La rete Impact Italia, istituita dal Ministero insieme con l’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia italiana del farmaco sta lavorando bene, ma occorre metterla a sistema“.

Nel corso dell’intervento il ministro si è poi soffermato sul tema delle farmacie online attualmente all’attenzione della Commissione Europea. “L’Italia – ha precisato Fazio – deve portare in Europa una sua posizione condivisa anche dalle categorie, non possiamo essere latitanti su questo. Se continuiamo a fare un’operazione di blocco – ha continuato il ministro – dovremo lo stesso gestire il problema, perché l’Europa deciderà comunque” . La richiesta è dunque di apertura del dibattito e la proposta avanzata da Fazio è di arrivare, in futuro, al controllo delle vendite on line da parte delle farmacie.

“L’associazione - risponde la presidente di Federfarma Annarosa Racca - è aperta al confronto, anche all’ipotesi che la farmacia possa occuparsi della vendita a distanza di medicinali, sempre e solo su ricetta medica, ma su questo tema si dovrà lavorare molto. Infatti non è ancora non è passata la prescrizione online, quindi c’è molto da discutere su questo tema” (Silvia De Luca)

venerdì 11 febbraio 2011

Approvate le linee guida per il fascicolo sanitario elettronico: sarà realizzato dalle regioni





Passo avanti per il progetto del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), che entro il 2012 potrà essere reso disponibile su tutto il territorio nazionale per i cittadini italiani. La Conferenza Stato-Regioni ha infatti approvato le Linee Guida nazionali proposte dal Ministero della Salute. Lo rende noto lo stesso dicastero: si tratta, ha commentato il ministro Ferruccio Fazio, di un "importante passo per migliorare l'assistenza ai cittadini". ''Il Fascicolo sanitario elettronico che ogni italiano porterà con sé come una vera e propria carta d'identità sanitaria - ha dichiarato Fazio - consentirà di migliorare enormemente l'assistenza sanitaria, permetterà di intervenire rapidamente ed efficacemente in caso di emergenze e farà risparmiare notevoli risorse al sistema sanitario. Le Linee Guida individuano gli elementi necessari per una progettazione omogenea del fascicolo elettronico su base nazionale ed europea''.

Il Fse verrà realizzato dalle Regioni previo consenso dell'assistito ed è definito come 'l'insieme dei dati e documenti digitali di tipo socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l'assistito'. Coprirà l'intera vita del paziente e sarà costantemente aggiornato dai soggetti che prendono in cura l'assistito. Nelle urgenze, spiega il ministero, ''il Fse permetterà agli operatori di inquadrare immediatamente i pazienti; consentirà la continuità delle cure, permetterà di condividere tra gli operatori le informazioni amministrative (es. prenotazioni di visite specialistiche, ricette)''. L'accesso al Fse, precisa il dicastero, potrà avvenire mediante l'utilizzo della carta d'identità elettronica (Cie) e della carta nazionale dei servizi (Cns). L'accesso potrà essere consentito anche attraverso strumenti di autenticazione forte, con l'utilizzo di smart card rilasciate da certificatori accreditati, o debole, con l'utilizzo di userid e password, o con altre soluzioni, purché ''siano rispettate le misure minime di sicurezza nel rispetto del Codice in materia di protezione di dati personali''. La necessità di Linee Guida nazionali è nata da una ricognizione effettuata nel 2008 dal Ministero della Salute, che ha indicato tra l'altro ''troppe differenziazioni nelle soluzioni applicative e nelle modalità di utilizzo dei sistemi'' tra le Regioni.

(fonte: DottNet)

sabato 5 febbraio 2011

eHealth: arriva anche in Italia il fascicolo sanitario elettronico. Il Consiglio dei ministri approva il Ddl di Ferruccio Fazio

eHealth

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge proposto dal ministro della Salute Ferruccio Fazio 'Sperimentazione clinica e altre disposizioni in materia sanitaria'.


Il provvedimento prevede varie disposizioni in materia di sperimentazione clinica e innovazione in sanità, dispositivi medici, ricerca scientifica, riforma degli ordini, cure termali, sicurezza delle cure, farmacie e registri sanitari. Il ddl si occupa anche di sanità elettronica: in particolare all'art. 14 introduce il fascicolo sanitario elettronico (FSE).

Il fascicolo sanitario elettronico fino ad oggi non era disciplinato a livello nazionale da norme di carattere primario o secondario. Nel ddl è definito come “l'insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l'assistito, che ne autorizza l’accesso ai vari professionisti”.

La regolamentazione specifica dovrà essere predisposta nei sei mesi successivi all’approvazione della legge. In questo modo finalmente il FSE potrà diventare operativo, secondo un quadro comune tra tutte le regioni, per garantirne l’interoperabilità su tutto il territorio nazionale.

Sebbene l’idea del fascicolo sia nata intorno al 2003 nei Paesi anglosassoni, sotto il nome di longitudinal EHR (Electronic healthcare record), sono pochi i Paesi che ad oggi siano riusciti a implementarlo, almeno parzialmente. In Italia diverse regioni hanno già realizzato l’infrastruttura necessaria, prime fra tutte la Lombardia e l'Emilia-Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana, ma anche le regioni dell'Italia centrale, meridionale ed insulare sono ormai pronte, grazie al programma 'Medici in Rete' previsto dal piano eGov 2012 finanziato dal Dipartimento digitalizzazione ed innovazione tecnologica del ministero della Pubblica amministrazione ed Innovazione.

Da sottolineare anche che il mancato consenso del cittadino alla costituzione del proprio FSE non pregiudica il diritto all’erogazione della prestazione sanitaria e che le finalità di ricerca scientifica, programmazione, gestione, controllo e valutazione dell'assistenza sanitaria devono essere perseguite senza l'utilizzo dei dati identificativi degli assistiti, secondo livelli di accesso, modalità e logiche di organizzazione ed elaborazione conformi ai principi di proporzionalità, necessità e indispensabilità nel trattamento dei dati personali, così come stabilito dal Garante della privacy e come la SIT, tramite il suo gruppo di ricerca 'Sicurezza e privacy', ha sempre condiviso e sostenuto, nell'ottica di uno sviluppo armonico e sostenibile, come ci piace definirla, di una sanità elettronica a misura di medico e di cittadino, rispettosa della dignità e delle libertà fondamentali dell'individuo e del suo diritto alla tutela della salute.

La Società Italiana di Telemedicina e sanità elettronica apprezza pertanto grandemente questo passo decisivo verso lo sviluppo della cosiddetta sanità elettronica nel nostro Paese e si rende disponibile verso le istituzioni per favorire la diffusione del fascicolo sanitario a tutti i cittadini, attraverso un dibattito costruttivo sui diversi problemi ancora aperti, anche utilizzando i propri esperti e consulenti ed i propri collegamenti a livello europeo ed internazionale.

Per gli addetti ai lavori questo passaggio deve essere considerato solo un primo passo e che proseguire e ampliare il dibattito sia fondamentale per cercare di risolvere i tanti problemi aperti, primo fra tutti, quello dell'individuazione delle risorse necessarie affinché il FSE diventi uno strumento utile sia ai bisogni del cittadino che a quelli degli operatori sanitari nell’erogazione dell’assistenza, sia a quelli del servizio sanitario nazionale e regionale a fini di governance e di ricerca scientifica che, necessariamente, dovrà essere estesa anche agli altri enti istituzionalmente preposti come ad esempio Università, ISS, CNR, IRCCS e AgeNaS.

La SIT potrà contribuire a definire i rapporti tra il fascicolo e le varie forme di medicina telematica oggi possibili (basate anche sulle apparecchiature domiciliari e internet) stimolando un ruolo attivo del cittadino stesso e dei suoi familiari, sopratutto per le persone anziane e con malattie croniche, sia per interagire con gli operatori che per gestire le pratiche burocratiche ed amministrative.

(fonte: Key4biz)

mercoledì 2 febbraio 2011

Web-certificati, vulnerabile il sistema di accesso


Pubblichiamo la email che ci è stata inviata da Emanuele Tonel, consulente informatico, sulle criticità riscontrate nel sistema utilizzato dalla piattaforma a disposizione dei medici di famiglia

di Emanuele Tonel, consulente informatico (2 febbraio 2011)

"Scrivo in qualità di consulente informatico presso uno studio di medicina generale per far presente un ulteriore problema che riguarda la trasmissione telematica dei certificati di malattia.

Che il provvedimento fosse una gigantesca trappola burocratica che rischia di paralizzare completamente il lavoro del medico si poteva immaginare ed è quello che sta avvendeno ed avverà soprattutto nei momenti più critici, che fosse però così poco robusto nel poter sopportare un attacco informatico è cosa, secondo il mio modesto parere, assai grave.

Dopo aver consultato il manuale operativo per l'accesso al sistema da parte del medico, dopo aver contattato telefonicamente il supporto di assistenza online e dopo essermi personalmente rivolto alla Asl di Belluno per avere ulteriori conferme in merito, ho riscontrato delle gravissime problematiche riguardanti la robustezza di un'area del portale progetto tessera sanitaria.
In particolare, la sezione da me analizzata è quella fruibile da parte del personale medico, attualmente accessibile tramite interfaccia web al seguente indirizzo (https://sistemats.sanita.finanze.it/simossHome/login.jsp).

Oltre a constatare una cattiva gestione per l'accesso tramite credenziali (username e password), rilevo un difetto particolarmente grave che riguarda il blocco dell'account, a seguito dell'immissione errata della password.

(1) La scelta del codice fiscale quale identificativo utente ai fini dell'accesso al sistema costituisce, a mio avviso, un fattore di debolezza del sistema di autenticazione, i cui requisiti di sicurezza sono di fatto garantiti solamente dalla robustezza della password. L'algoritmo per la generazione del codice fiscale è infatti di pubblico dominio, dettagliatamente descritto e facilmente calcolabile tramite applicazioni web e software. A titolo d'esempio:
http://www.serbi.info/codice_fiscale_estero.htm
http://www.codicefiscale.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_fiscale#Generazione_del_codice_fiscale

(2) La carenza più grave però è attribuibile al sistema di blocco dell'account a seguito dell'immissione errata della password relativa; il sistema attualmente pone in blocco lo stesso dopo tre immissioni errate, costringendo l'utente a recarsi alla ASL di competenza per reperire delle nuove credenziali.
In un ipotetico scenario d'attacco al sistema da parte di persona malintenzionata sarebbe sufficiente, previo reperimento dei codici fiscali dei medici, inserire per tre volte una password errata per porre in blocco l'account e costringere il medico a rivolgersi alla ASL di competenza per la riabilitazione all'accesso al servizio.
Un attacco di questo genere costituisce di fatto un DoS (Denial of Service) che peraltro è efficace pur non portando necessariamente ai limiti le prestazioni del sistema, impedendo la regolare attività dell'utente, costretto a richiedere delle nuove credenziali presso la ASL di appartenenza per l'accesso al sistema.

Con il consenso e la presenza di un mio cliente, dottor Tonel Giovanni, ho simulato un possibile attacco al suo account, che qualsiasi persona dotata di conoscenze minime in ambito informatico potrebbe muovere a qualsiasi operatore sanitario abilitato all'invio di certificati di malattia.
Utilizzando esclusivamente dati reperiti in rete o negli elenchi pubblici dei medici presenti presso le ASL o gli Ordini dei Medici e Odontoiatri è possibile risalire a numerosi dati riguardanti la persona che permettono, tra le tante cose, di calcolare il codice fiscale e quindi, a seguito dell'immissione di una password errata, porre in blocco l'account del medico.

A titolo d'esempio i dati del mio cliente, estratti utilizzando solamente dati di pubblico dominio reperiti in rete:

http://www.comuni-italiani.it/025/038/amm.html
Med. Giovanni Tonel
Data di Nascita: 15/06/1955 - luogo: Zurigo Ch
Data Elezione: 28/05/2006 (nomina: 09/06/2006)
Partito: Lista Civica
Categoria Professione: Medici Chirurghi Generici
Titolo di Studio: Laurea

http://application.fnomceo.it/Fnomceo/public/ricercaProfessionisti.public
DOTT. TONEL GIOVANNI
Cognome e nome DOTT. TONEL GIOVANNI
Luogo e data di nascita SVIZZERA (Zurigo) - EE- 15/06/1955
Iscrizioni
* 28/05/1986 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di BELLUNO (Ordine della Provincia di BELLUNO) n.0000001340
Lauree
* 27/03/1986 - MEDICINA E CHIRURGIA (PADOVA)
Abilitazioni
* 1986 /1 - Medicina e Chirurgia (PADOVA)
Specializzazioni n.d.

Dai quali è possibile dedurre:

http://www.serbi.info/codice_fiscale_estero.htm
TONEL GIOVANNI 15/06/1955 SVIZZERA (EE)
TNLGNN55H15Z133Y

http://www.codicefiscale.com/
TONEL GIOVANNI 15/06/1955 SVIZZERA
TNLGNN55H15Z133Y
Master n.d.
Dottorati n.d.

A questo punto, conoscendo il codice fiscale è sufficiente inserire una password errata (basta usare una qualsiasi stringa casuale) per tre volte consecutive e quindi bloccare l'account.

A nome del mio cliente e per tutelare l'attività lavorativa di migliaia di medici chiedo che questa grave criticità del sitema venga corretta nel più breve tempo possibile".

Certificati online, pronti allo sciopero

Certificati di malattia online: le novità

La trasmissione telematica all’Inps.

Da oggi entra in vigore il provvedimento sull’obbligo di trasmissione via telematica dei certificati di malattia all’Inps. È prevista una sanzione per i medici che non applicano la legge
Via computer o con il call center
Il medico deve spedire il referto medico dal suo computer. Nel caso non dovesse avere la connessione o ci fossero problemi nel cervellone dell’Inps, il dottore può telefonare al call center per la trasmissione
Le visite mediche a domicilio
Quando il dottore esce per le visite a domicilio e deve certificare una malattia al paziente che lo ha chiamato, può usare la sua connessione telematica o telefonare al call center dell’Inps
Le sanzioni e le proteste
Dopo due mancate trasmissioni di certificato il dottore può essere licenziato o può essere interrotta la sua convenzione. I medici protestano perché in molti non hanno la connessione e il call center va spesso in tilt


Certificati medici via web. Se l'ammalato è la banda larga

I dottori hanno chiesto di prorogare il termine: pare che le ragioni non manchino a tutte e due le parti in causa

Da oggi i medici italiani che «per colpa esplicita» non invieranno per via telematica all'Inps i certificati di malattia dei lavoratori potrebbero essere passibili di sanzioni. Scadeva infatti il 31 gennaio il termine per l'entrata in vigore di questo nuovo passo avanti verso l'informatizzazione della sanità. I dottori, però, hanno chiesto di prorogare il termine. Solita indolenza nazionale ad adeguarsi a qualsivoglia innovazione? Potrebbe anche essere in qualche caso, ma pare che stavolta le ragioni non manchino a tutte e due le parti in causa: ministro della Funzione pubblica e medici. È difficile dar torto al ministro Brunetta, che preme sull'acceleratore del cambiamento: è ineludibile la necessità di adeguare i servizi al progresso tecnologico, di migliorarne l'efficenza e di ridurne, in questo modo, anche i costi. La richiesta dei medici sembra tuttavia poggiare su motivazioni non trascurabili.

PROBLEMI TECNICI - Generalizzare è sempre sbagliato: sacche di inefficienza ci saranno di sicuro. Però anche nelle regioni più «virtuose» vengono lamentati problemi tecnici che non consentono la completa applicazione delle nuove procedure. A Milano diversi dottori segnalano, per esempio, di non riuscire, in alcuni giorni della settimana, a spedire i certificati per via elettronica per diverse ore. Il che significa perdere tempo, chiedere ai pazienti di tornare per ritirare la copia del certificato, sottrarre risorse di energia e di ore a quella che dovrebbe essere la loro principale occupazione: la cura dei malati. «La banda larga forse non è ancora così larga» ci ha detto un medico di base del capoluogo lombardo, per il resto sinceramente entusiasta dell'iniziativa. Altri problemi lamentati sono relativi alla non ancora totale compatibilità del sistema anagrafico dell'Inps con quello delle Asl e diversi altri. Insomma, va di sicuro apprezzato e incoraggiato il tentativo di perseguire l'obiettivo di una maggiore efficienza. Ma i medici vanno ascoltati se possono argomentare in modo oggettivo le difficoltà a rendere operative le nuove procedure. Forse non è ancora il tempo delle sanzioni.

01 febbraio 2011


«Certificati online, pronti allo sciopero». BRUNETTA: SANZIONI SOLO SE C'È COLPA ESPLICITA

Da oggi obbligatori gli attestati di malattia per via telematica. I camici bianchi: «Il sistema è in tilt»

MILANO - È muro contro muro tra il ministro Renato Brunetta e i medici del servizio sanitario. Il provvedimento sull'obbligo di trasmissione via telematica dei certificati di malattia entra in vigore oggi, senza nessun rinvio. E scatena la reazione dei camici bianchi che avvertono su di loro il rischio di sanzioni pesanti (fino alla revoca della convenzione per i medici di famiglia o di sospensione dal servizio) se non si mettono in condizione di rispondere ai cittadini. Intervento punitivo previsto dalla legge, ma prorogato più volte. Fino alla data odierna. Ed ecco che si affaccia la prospettiva di uno sciopero. Intanto è stato dichiarato lo stato di agitazione. Oggi l'impiegato o qualsiasi dipendente che avesse bisogno di certificare l'indisponibilità a recarsi in ufficio per motivi di salute potrebbe subire disagi non indifferenti perché, secondo Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg (Federazione medici di famiglia, il maggior sindacato del settore) «le difficoltà sono evidenti. Il sistema messo in piedi dal ministero della Funzione Pubblica fa acqua. Anche chi nel proprio studio si è organizzato per rispondere ai pazienti in modo moderno trova ostacoli nel contattare il call center centrale o perde tempo perché la rete va in tilt».
RISPARMIO - Brunetta non demorde, sicuro del fatto che il nuovo corso farà risparmiare milioni di euro in termini di carta (finora sono stati spediti via telematica già quattro milioni di certificati). Ha inviato una lettera ai medici dove ricorda la scadenza. E chiarisce, per rabbonirli: «Le sanzioni scatteranno solo nel caso di colpa esplicita. Timori e paure non hanno ragione di essere. Già adesso è così. Sarà nostra cura assicurare un attento monitoraggio delle procedure e i meccanismi del sistema per evitare ingiustificati atteggiamenti punitivi». Milillo però rincara la dose, a nome dei suoi si professa «umiliato e offeso», sostenuto anche dal sindacato degli ospedalieri l'Anaao-Assomed, dai colleghi dei pronto soccorso la cui attività potrebbe essere rallentata dalle richieste di certificare. Per evitare che il conflitto degeneri ci sarà un incontro di conciliazione tra le parti al ministero del Lavoro. Tra i due contendenti il ministro della Salute Ferruccio Fazio cerca di mettere una parola di pace: «Bisogna arrivare a un'intesa in modo da scongiurare proteste che potrebbero creare disagi a cittadini e malati. Mi unisco a Brunetta nell'esprimere soddisfazione per i risultati raggiunti in questi 10 mesi di sperimentazione, dobbiamo impegnarci tutti per ottenere la trasmissione online di tutti i certificati, circa 50 milioni all'anno». Ma giustifica i medici che pretendono una proroga: «Il sistema informatico va perfezionato». «Le multe? Facciamole a Brunetta», scherza ma non troppo il segretario della Cgil medici, Massimo Cozza.

01 febbraio 2011 (ultima modifica: 02 febbraio 2011)

martedì 1 febbraio 2011

Sanità elettronica e informazione

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Vi è una notevole attività di disseminazione su progetti di sanità elettronica attraverso pubblicazioni ed eventi di vario genere. Pare dunque che finalmente sia stata "scoperta" la e-Health e non ci dimentichiamo del fatto che una Società medico-scientifica italiana (così si definisce) lanciò tempo addietro addirittura un Manifesto italiano sulla Medicina telematica. In tale quadro informativo sono incluse anche le mostre-convegno, dove accanto ad esposizioni e documentazioni di beni e servizi, vengono svolte relazioni ed interventi qualitativamente validi.

Si tratta più che altro di iniziative dirette agli "addetti ai lavori", idonee anche a produrre business per gli organizzatori. E le aziende hanno interesse a parteciparvi con la speranza di ottenere l'attenzione degli stakeholders, di coloro cioè che, di fatto, debbono decidere la realizzazione di determinati progetti e finanziarli. E questo tipo di iniziative si svolge, per la verità, in molti Paesi del mondo, spesso organizzate da società che si occupano di "grandi eventi" e che ottengono cospicui risultati finanziari.

Peraltro non si evidenzia in tali attività uno sviluppo completo di una compiuta “dissemination” di informazioni, studi, sperimentazioni e in certi eventi, più che l’aspetto socioculturale, prevale l’aspetto “commerciale”, che ha anche importanza ai fini economici. Spesso le relazioni che vengono svolte hanno un particolare rilievo, non particolarmente impostate su quella divulgazione che deve avvicinare la Scienza alle persone normali.

Manca la valutazione, anche propositiva, degli aspetti pragmatici dello sviluppo delle tecnologie sanitarie su vasta scala, che possa produrre benefici ai pazienti, ai sistemi sanitari, alla società stessa.

E’ di indubbio interesse conoscere progetti in atto, ma che in sostanza risultano frammentati, localistici e dunque dagli incerti od impossibili sviluppi su vasta scala. Le stesse aziende che hanno realizzato progetti importanti in qualche struttura sanitaria od ospedaliera non hanno poi la capacità strategica di elaborare compiute proposte per ampliare l'area applicativa dei progetti. E quindi diventa limitata anche la capacità di marketing, senza riuscire a conoscere in qual modo ed in quali tempi (e con quali finanziamenti) sarà possibile sviluppare i progetti, dar loro ampio respiro e conseguire importanti risultati.

Bisognerà pertanto che le aziende, soprattutto quelle medie e piccole, rilevino le loro possibilità di aderire ai programmi della Commissione Europea in materia di sanità e salute nel quadro dell'ICT e della Digital Agenda for Europe. Ecco perché acquista grande rilievo l'attività di "dissemination" che dev'essere svolta da organi specializzati e professionalmente validi, che non siano le solite organizzazioni di P.R. o di public affairs. Alla stessa Commissione Europea occorre far capire che dovrebbero essere erogati contributi in materia di disseminazione per una attiva divulgazione dei progetti approvati e finanziati, pur con una accurata individuazione di coloro che tale disseminazione debbono validamente fare.

(fonte: Telemeditalia)

Certificati on line, sistema subito in tilt Il ministero: "Un guasto, niente sanzioni"


di ADELE SARNO

Lunghe e inutili attese al call center, la linea che cade, il tempo perso a tentare di collegarsi e pazienti che pretendono l'invio: medici in rivolta a poche ore dalla partenza del sistema che obbliga alla trasmissione telematica dei "referti", pena anche il rischio di licenziamento

ROMA - Il call center che non risponde, la linea che cade in continuazione, i medici infuriati per il tempo perso a cercare di collegarsi e per un disservizio che, secondo le previsioni, potrebbe ritorcersi contro di loro sotto forma di sanzione (fino al licenziamento). E' questo lo scenario di caos e proteste nella giornata inaugurale del sistema di trasmissione telematica obbligatoria dei certificati medici voluto dal ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

A poche ore dall'avvio ufficiale, il sistema di trasmissione on line dei certificati è andato in tilt, non reggendo l'urto della marea di connessioni tentate dai medici. Lo denuncia la Cgil funzione pubblica e lo denunciano anche attraverso mail al giornale molti professionisti. La Cgil critica il ministro Brunetta e la "flessibilità mostrata in extremis" che non "corrisponde alla rigidità delle norme riguardanti le sanzioni, che colpiscono i medici convenzionati, sui quali incombe la mannaia del licenziamento, ma che avranno ricadute negative anche per i medici ospedalieri, ai quali i cittadini potrebbero impropriamente rivolgersi per ottenere il certificato cartaceo".

Il blocco è "ufficiale", come provato dalla mail ricevuta da un medico di famiglia dalla Sogei, la società che gestisce l'operazione per conto del ministero: "A causa di un imprevedibile malfunzionamento dei sistemi dedicati al Progetto Sanità - si legge nel messaggio - , si segnala il fermo di tutte le applicazioni rese disponibili dal sistema stesso, compresi i certificati di malattia che da oggi dovrebbero essere a regime. Stiamo intervenendo per ripristinare al più presto la funzionalità dei sistemi". Il ministero interviene nella tarda mattinata per confermare il "mancato funzionamento del server centrale inps" e per precisare che, essendosi trattato di "problemi tecnici", oggi nessuna sanzione scatterà nei confronti dei medici.

Il bilancio della "riforma", comunque, dalla prima mattina, è di lunghe attese al call-center con ritardi e disagi nell'assistenza ai cittadini. La Cgil-Fp chiede al ministro di prendere atto che il sistema non è ancora a regime e "intervenire per evitare il caos". "Chiediamo - conclude la Cgil-Fp - l'immediata sospensione delle sanzioni fino alla preannunciata riunione dei sindacati dei medici con il ministro"

Accuse anche dalla Fimmg, che rappresenta i medici generici, secondo la quale "per una risposta dal call center si impiegano fino a 18 minuti". "La situazione è drammatica - dice il segretario nazionale, Giacomo Milillo - . Il sistema messo a punto dal ministero, che dovrebbe garantire ai medici la possibilità di svolgere il proprio lavoro, non funziona. In federazione abbiamo ricevuto centinaia di telefonate di protesta, il server centrale non è in grado di sostenere gli accessi e il traffico. Il risultato è che in tutti gli uffici italiani regna il caos: i cittadini sono convinti di dover fare tutto online, i medici passano ore a giustificare i malfunzionamenti del sistema e gli uffici del personale non accettano i certificati cartacei".

Il disservizio crea anche tensioni perché a sentire il ministro sui notiziari, sembra tutto a posto, mentre non lo è affatto, e molti medici, afferma la Fimmg, si sono sentiti rivolgere dai pazienti la stessa frase: "Il mio datore di lavoro mi ha detto che lei, l'invio del certificato, deve farlo per forza". Morale, dice la Fimmg, lungo tempo sottratto all'assistenza, cittadini costretti a fare il ping pong fra lo studio del medico e l'ufficio del personale sono solo "un esempio dei tanti disservizi e disagi che si stanno verificando e che si verificheranno nei prossimi giorni se il governo non ricondurrà il ministro Brunetta alla ragionevolezza".

Secondo Brunetta, la situazione è invece sotto controllo: "Sono molto soddisfatto, i certificati on line riguardano 18 milioni di lavoratori dipendenti pubblici e privati che non dovranno più inviare le due raccomandate nelle assenze per malattie; sono 200 milioni di euro in meno di raccomandate, ed è questo il segno della modernizzazione del Paese. Solo ieri, nell'ultimo giorno senza sanzioni, sono stati spediti 105 mila certificati, il 100%". Il ministro afferma poi che le sanzioni "scatteranno solo per coloro che si rifiutino di fare il certificato online, mentre se c'è un blocco tecnico momentaneo del sistema le norme non prevedono alcuna sanzione".

"La parola nostra contro la sua - dice ancora Milillo - : Brunetta oggi dice che i lavoratori sono 18mila e nei mesi scorsi diceva che i certificati prodotti dai dipendenti pubblici e privati fossero quasi 50 milioni. Sono cifre ingiustificabili, che credibilità può avere una persona che 'pompa' i numeri per poter sfruttare mediaticamente un finto risparmio?".

Dopo il rifiuto del ministero di rinviare l'entrata in vigore del sistema sanzionatorio e davanti al caos di oggi, i medici confermano lo stato di agitazione e chiedono la sospensione immediata delle sanzioni che arrivano a prevedere anche il licenziamento e il ritiro della licenza: "E' come prevedere la fucilazione per un divieto di sosta", dice Giacomo Milillo. I sindacati dei medici chiedono inoltre una gradualità nelle sanzioni e una migliore definizione dei meccanismi sanzionatori (chi e come decide la sanzione?) per una maggiore chiarezza nei confronti dei cittadini. (01 febbraio 2011)

(fonte: Repubblica)