Certificati di malattia online: le novità
La trasmissione telematica all’Inps.
Da oggi entra in vigore il provvedimento sull’obbligo di trasmissione via telematica dei certificati di malattia all’Inps. È prevista una sanzione per i medici che non applicano la legge
Via computer o con il call center
Il medico deve spedire il referto medico dal suo computer. Nel caso non dovesse avere la connessione o ci fossero problemi nel cervellone dell’Inps, il dottore può telefonare al call center per la trasmissione
Le visite mediche a domicilio
Quando il dottore esce per le visite a domicilio e deve certificare una malattia al paziente che lo ha chiamato, può usare la sua connessione telematica o telefonare al call center dell’Inps
Le sanzioni e le proteste
Dopo due mancate trasmissioni di certificato il dottore può essere licenziato o può essere interrotta la sua convenzione. I medici protestano perché in molti non hanno la connessione e il call center va spesso in tilt
Certificati medici via web. Se l'ammalato è la banda larga
I dottori hanno chiesto di prorogare il termine: pare che le ragioni non manchino a tutte e due le parti in causa
Da oggi i medici italiani che «per colpa esplicita» non invieranno per via telematica all'Inps i certificati di malattia dei lavoratori potrebbero essere passibili di sanzioni. Scadeva infatti il 31 gennaio il termine per l'entrata in vigore di questo nuovo passo avanti verso l'informatizzazione della sanità. I dottori, però, hanno chiesto di prorogare il termine. Solita indolenza nazionale ad adeguarsi a qualsivoglia innovazione? Potrebbe anche essere in qualche caso, ma pare che stavolta le ragioni non manchino a tutte e due le parti in causa: ministro della Funzione pubblica e medici. È difficile dar torto al ministro Brunetta, che preme sull'acceleratore del cambiamento: è ineludibile la necessità di adeguare i servizi al progresso tecnologico, di migliorarne l'efficenza e di ridurne, in questo modo, anche i costi. La richiesta dei medici sembra tuttavia poggiare su motivazioni non trascurabili.
PROBLEMI TECNICI - Generalizzare è sempre sbagliato: sacche di inefficienza ci saranno di sicuro. Però anche nelle regioni più «virtuose» vengono lamentati problemi tecnici che non consentono la completa applicazione delle nuove procedure. A Milano diversi dottori segnalano, per esempio, di non riuscire, in alcuni giorni della settimana, a spedire i certificati per via elettronica per diverse ore. Il che significa perdere tempo, chiedere ai pazienti di tornare per ritirare la copia del certificato, sottrarre risorse di energia e di ore a quella che dovrebbe essere la loro principale occupazione: la cura dei malati. «La banda larga forse non è ancora così larga» ci ha detto un medico di base del capoluogo lombardo, per il resto sinceramente entusiasta dell'iniziativa. Altri problemi lamentati sono relativi alla non ancora totale compatibilità del sistema anagrafico dell'Inps con quello delle Asl e diversi altri. Insomma, va di sicuro apprezzato e incoraggiato il tentativo di perseguire l'obiettivo di una maggiore efficienza. Ma i medici vanno ascoltati se possono argomentare in modo oggettivo le difficoltà a rendere operative le nuove procedure. Forse non è ancora il tempo delle sanzioni.
01 febbraio 2011
«Certificati online, pronti allo sciopero». BRUNETTA: SANZIONI SOLO SE C'È COLPA ESPLICITA
Da oggi obbligatori gli attestati di malattia per via telematica. I camici bianchi: «Il sistema è in tilt»
MILANO - È muro contro muro tra il ministro Renato Brunetta e i medici del servizio sanitario. Il provvedimento sull'obbligo di trasmissione via telematica dei certificati di malattia entra in vigore oggi, senza nessun rinvio. E scatena la reazione dei camici bianchi che avvertono su di loro il rischio di sanzioni pesanti (fino alla revoca della convenzione per i medici di famiglia o di sospensione dal servizio) se non si mettono in condizione di rispondere ai cittadini. Intervento punitivo previsto dalla legge, ma prorogato più volte. Fino alla data odierna. Ed ecco che si affaccia la prospettiva di uno sciopero. Intanto è stato dichiarato lo stato di agitazione. Oggi l'impiegato o qualsiasi dipendente che avesse bisogno di certificare l'indisponibilità a recarsi in ufficio per motivi di salute potrebbe subire disagi non indifferenti perché, secondo Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg (Federazione medici di famiglia, il maggior sindacato del settore) «le difficoltà sono evidenti. Il sistema messo in piedi dal ministero della Funzione Pubblica fa acqua. Anche chi nel proprio studio si è organizzato per rispondere ai pazienti in modo moderno trova ostacoli nel contattare il call center centrale o perde tempo perché la rete va in tilt».
RISPARMIO - Brunetta non demorde, sicuro del fatto che il nuovo corso farà risparmiare milioni di euro in termini di carta (finora sono stati spediti via telematica già quattro milioni di certificati). Ha inviato una lettera ai medici dove ricorda la scadenza. E chiarisce, per rabbonirli: «Le sanzioni scatteranno solo nel caso di colpa esplicita. Timori e paure non hanno ragione di essere. Già adesso è così. Sarà nostra cura assicurare un attento monitoraggio delle procedure e i meccanismi del sistema per evitare ingiustificati atteggiamenti punitivi». Milillo però rincara la dose, a nome dei suoi si professa «umiliato e offeso», sostenuto anche dal sindacato degli ospedalieri l'Anaao-Assomed, dai colleghi dei pronto soccorso la cui attività potrebbe essere rallentata dalle richieste di certificare. Per evitare che il conflitto degeneri ci sarà un incontro di conciliazione tra le parti al ministero del Lavoro. Tra i due contendenti il ministro della Salute Ferruccio Fazio cerca di mettere una parola di pace: «Bisogna arrivare a un'intesa in modo da scongiurare proteste che potrebbero creare disagi a cittadini e malati. Mi unisco a Brunetta nell'esprimere soddisfazione per i risultati raggiunti in questi 10 mesi di sperimentazione, dobbiamo impegnarci tutti per ottenere la trasmissione online di tutti i certificati, circa 50 milioni all'anno». Ma giustifica i medici che pretendono una proroga: «Il sistema informatico va perfezionato». «Le multe? Facciamole a Brunetta», scherza ma non troppo il segretario della Cgil medici, Massimo Cozza.
01 febbraio 2011 (ultima modifica: 02 febbraio 2011)
(fonte: Corriere della Sera)
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