martedì 1 febbraio 2011

Certificati on line, sistema subito in tilt Il ministero: "Un guasto, niente sanzioni"


di ADELE SARNO

Lunghe e inutili attese al call center, la linea che cade, il tempo perso a tentare di collegarsi e pazienti che pretendono l'invio: medici in rivolta a poche ore dalla partenza del sistema che obbliga alla trasmissione telematica dei "referti", pena anche il rischio di licenziamento

ROMA - Il call center che non risponde, la linea che cade in continuazione, i medici infuriati per il tempo perso a cercare di collegarsi e per un disservizio che, secondo le previsioni, potrebbe ritorcersi contro di loro sotto forma di sanzione (fino al licenziamento). E' questo lo scenario di caos e proteste nella giornata inaugurale del sistema di trasmissione telematica obbligatoria dei certificati medici voluto dal ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

A poche ore dall'avvio ufficiale, il sistema di trasmissione on line dei certificati è andato in tilt, non reggendo l'urto della marea di connessioni tentate dai medici. Lo denuncia la Cgil funzione pubblica e lo denunciano anche attraverso mail al giornale molti professionisti. La Cgil critica il ministro Brunetta e la "flessibilità mostrata in extremis" che non "corrisponde alla rigidità delle norme riguardanti le sanzioni, che colpiscono i medici convenzionati, sui quali incombe la mannaia del licenziamento, ma che avranno ricadute negative anche per i medici ospedalieri, ai quali i cittadini potrebbero impropriamente rivolgersi per ottenere il certificato cartaceo".

Il blocco è "ufficiale", come provato dalla mail ricevuta da un medico di famiglia dalla Sogei, la società che gestisce l'operazione per conto del ministero: "A causa di un imprevedibile malfunzionamento dei sistemi dedicati al Progetto Sanità - si legge nel messaggio - , si segnala il fermo di tutte le applicazioni rese disponibili dal sistema stesso, compresi i certificati di malattia che da oggi dovrebbero essere a regime. Stiamo intervenendo per ripristinare al più presto la funzionalità dei sistemi". Il ministero interviene nella tarda mattinata per confermare il "mancato funzionamento del server centrale inps" e per precisare che, essendosi trattato di "problemi tecnici", oggi nessuna sanzione scatterà nei confronti dei medici.

Il bilancio della "riforma", comunque, dalla prima mattina, è di lunghe attese al call-center con ritardi e disagi nell'assistenza ai cittadini. La Cgil-Fp chiede al ministro di prendere atto che il sistema non è ancora a regime e "intervenire per evitare il caos". "Chiediamo - conclude la Cgil-Fp - l'immediata sospensione delle sanzioni fino alla preannunciata riunione dei sindacati dei medici con il ministro"

Accuse anche dalla Fimmg, che rappresenta i medici generici, secondo la quale "per una risposta dal call center si impiegano fino a 18 minuti". "La situazione è drammatica - dice il segretario nazionale, Giacomo Milillo - . Il sistema messo a punto dal ministero, che dovrebbe garantire ai medici la possibilità di svolgere il proprio lavoro, non funziona. In federazione abbiamo ricevuto centinaia di telefonate di protesta, il server centrale non è in grado di sostenere gli accessi e il traffico. Il risultato è che in tutti gli uffici italiani regna il caos: i cittadini sono convinti di dover fare tutto online, i medici passano ore a giustificare i malfunzionamenti del sistema e gli uffici del personale non accettano i certificati cartacei".

Il disservizio crea anche tensioni perché a sentire il ministro sui notiziari, sembra tutto a posto, mentre non lo è affatto, e molti medici, afferma la Fimmg, si sono sentiti rivolgere dai pazienti la stessa frase: "Il mio datore di lavoro mi ha detto che lei, l'invio del certificato, deve farlo per forza". Morale, dice la Fimmg, lungo tempo sottratto all'assistenza, cittadini costretti a fare il ping pong fra lo studio del medico e l'ufficio del personale sono solo "un esempio dei tanti disservizi e disagi che si stanno verificando e che si verificheranno nei prossimi giorni se il governo non ricondurrà il ministro Brunetta alla ragionevolezza".

Secondo Brunetta, la situazione è invece sotto controllo: "Sono molto soddisfatto, i certificati on line riguardano 18 milioni di lavoratori dipendenti pubblici e privati che non dovranno più inviare le due raccomandate nelle assenze per malattie; sono 200 milioni di euro in meno di raccomandate, ed è questo il segno della modernizzazione del Paese. Solo ieri, nell'ultimo giorno senza sanzioni, sono stati spediti 105 mila certificati, il 100%". Il ministro afferma poi che le sanzioni "scatteranno solo per coloro che si rifiutino di fare il certificato online, mentre se c'è un blocco tecnico momentaneo del sistema le norme non prevedono alcuna sanzione".

"La parola nostra contro la sua - dice ancora Milillo - : Brunetta oggi dice che i lavoratori sono 18mila e nei mesi scorsi diceva che i certificati prodotti dai dipendenti pubblici e privati fossero quasi 50 milioni. Sono cifre ingiustificabili, che credibilità può avere una persona che 'pompa' i numeri per poter sfruttare mediaticamente un finto risparmio?".

Dopo il rifiuto del ministero di rinviare l'entrata in vigore del sistema sanzionatorio e davanti al caos di oggi, i medici confermano lo stato di agitazione e chiedono la sospensione immediata delle sanzioni che arrivano a prevedere anche il licenziamento e il ritiro della licenza: "E' come prevedere la fucilazione per un divieto di sosta", dice Giacomo Milillo. I sindacati dei medici chiedono inoltre una gradualità nelle sanzioni e una migliore definizione dei meccanismi sanzionatori (chi e come decide la sanzione?) per una maggiore chiarezza nei confronti dei cittadini. (01 febbraio 2011)

(fonte: Repubblica)

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