Il Ssn può risparmiare 12,4 miliardi in un anno (l'11,7%) dell'attuale spesa) con la sanità digitale. Come? Con la ricetta elettronica, il fascicolo sanitario elettronico, i certificati di malattia on line e i pagamenti le refertazioni sul web.
Il ministro della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione Renato Brunetta ha inviato al presidente dei goverantaori vasco Errani un report sugli studi condotti finora sui risparmi realizzabili con la sanità elettronica. Dati che lo stesso Errani aveva chiesto in occasione della recente sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra Innovazione e Regione Emilia Romagna su iniziative comuni di e-government.
Questi i contenuti del report.
Secondo uno studio di Confindustria servizi innovativi e tecnologici del 2010 l'introduzione dell'Ict in sanità (medici in rete, ricette e certificati di malattia digitali, fascicolo sanitario elettronico, prenotazioni di prestazioni online con pagamenti e refertazione digitale, telemedicina) comporterebbe un risparmio complessivo stimato in 12,4 miliardi.
Dalla sola introduzione della ricetta digitale si avrebbe un risparmio di circa 2 miliardi (l'1,84% della spesa Ssn), sempre secondo le stime elaborate da Confindustria basate sullo studio "Best Demonstrated Practice eHealth Impact", commissionato dalla Commissione europea a Booz Allen Hamilton (2005). Stime confermate da alcuni casi di studio realizzati nelle regioni Campania, Piemonte e Marche.
Un altro studio, elaborato questa volta dal Tavolo della Sanità elettronica (sede istituzionale di confronto tra Governo e Regioni), sostiene che grazie all'introduzione della ricetta digitale si otterrebbe una riduzione tra 1,8 e 2,1 miliardi annui (l'1,6-1,9% della spesa Ssn): 600 milioni dall'abolizione dei flussi cartacei e 1,2-1,5 miliardi per la riduzione di abusi e di errori materiali.
Nella documentazione inviata da Brunetta a Errani si ricorda inoltre che la Regione Lombardia ha annunciato l'attivazione del progetto "ricetta digitale" a partire dal 2011: i risparmi, riferiti alla regione, sono stati stimati in circa 1 euro a ricetta, più di 50 milioni. E la stima si riferisce solo ai risparmi che derivano dall'abolizione dell'intero ciclo della "ricetta rossa".
Infine, il ministero dell'Innovazione stima un risparmio annuo complessivo di 590 milioni, così calcolato: 500 milioni a favore dell'Inps che derivano dall'abolizione del data entry dei certificati di malattia cartacei; 20 milioni a favore delle imprese per la possibilità di un monitoraggio più efficace dell'assenteismo attraverso il certificato di malattia elettronico (attualmente le giornate indennizzate sono 60.277.000 per un costo totale di 1,9 miliardi l'anno, di cui 1,6 a carico delle imprese); 70 milioni di euro che derivano dall'abolizione dell'invio con raccomandata del certificato di malattia all'Inps e al datore di lavoro (il costo di ogni raccomandata è di 2,80 euro e i certificati di malattia emessi per i dipendenti del settore privato sono circa 12 milioni l'anno, per un totale di 24 milioni di raccomandate inviate ogni anno).
Brunetta segnala inoltre a Errani ulteriori risparmi possibili per l'adozione dei servizi di pagamento e di refertazione online che - oltre a introdurre semplificazioni e agevolazioni notevoli per i cittadini, sia in termini di tempo che di costi - consentirebbero di accelerare il percorso di innovazione dei sistemi informativi e delle procedure aziendali, favorendo la messa a sistema di soluzioni spesso attivate in forma sperimentale. Questo intervento può generare un impatto quantificabile, secondo il report, in termini di minore spesa pubblica, in oltre 400 milioni l'anno.
(fonte: IlSole24ore)
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